Chi era mio padre

Non avrei mai pensato di dover iniziare a scrivere dei post partendo da una “fine”, eppure questo è il momento…

Quello che vi racconto è la storia di un vecchio albero che ora è stato abbattuto.

E’ nato su una bella montagna e li ha vissuto fino a quando gli eventi della sua vita, tra malattie e guerre lo hanno spinto a crescere in fretta e fuori dal proprio ambiente. Era una giovane pianta e non aveva più riferimenti vicini, sapeva solo che doveva crescere, che si doveva dare da fare e che non si poteva fermare… il ciclo della vita lo spingeva ad andare avanti!

Non ha fatto altro che lavorare e lavorare per crescere e diventare, anello dopo anello, un grande albero con forti radici e grandi rami. Questa sua voglia di fare è stata premiata perché nel tempo è riuscito a creare la sua personale foresta. Le sue forti basi hanno spianato il terreno a giovani alberi, a nuove piante, dando linfa al suo ambiente perché questo cresca con rispetto, sano e rigoglioso.

La forza di volontà e intraprendenza lo hanno corazzato e difeso dai diversi attacchi esterni e sulla sua corteccia si leggeva tutta la sua storia ma poi questo albero è giunto alla fine, è diventato vecchio e fragile e ora non c’è più…

È caduto in silenzio senza far nessun rumore.

Ha lasciato lo spazio e il tempo affinché le giovani piante attorno a lui potessero crescere da sole e continuare la sua storia attraverso la loro, le sue forti radici sono profonde e ben piantate nel terreno, nessuno le potrà mai togliere e il ciclo della vita continuerà grazie ad esse.

Ciò che ci hai insegnato è radicato in noi, non sparirà… fino alla fine il tuo messaggio è stato chiaro:

Lavoro, Rispetto, Forza e Coraggio.

Grazie di tutto papà.

~ Franco, Tiziano e Loretta

Articolo nordest economia